Capitale naturale: valutare le opportunità future
Capitale naturale: valutare le opportunità future
Anche se il settore privato è visto come parte del problema, deve anche partecipare alla soluzione
La recente ondata di disastri naturali, unita alla crisi pandemica da Covid 19, ha evidenziato più che mai la necessità per le imprese di tenere in considerazione tutte le forme di capitale, rendendo più chiaro che il business as usual è vulnerabile a una serie di influenze esterne, non solo alle forze di mercato.
La natura è stata da sempre sfruttata per sostenere la crescita economica e recentemente la Dasgupta review [sull'economia della biodiversità](2021) ha evidenziato come questo rapporto debba cambiare per garantire uno sviluppo sostenibile e a lungo termine sia delle economie che del benessere umano.
La crisi ha ulteriormente evidenziato la necessità per le imprese di passare da modelli di business incentrati sul valore degli azionisti a modelli di business incentrati sugli stakeholder, implementando paradigmi di responsabilità sociale d'impresa e comprendendo le implicazioni più ampie delle decisioni aziendali.
A livello aziendale e politico, il Natural Capital Approach (approccio al capital naturale) è emerso come un mezzo per identificare e quantificare le risorse naturali e i beni e servizi ecosistemici associati, in grado di contribuire a integrare la gestione ecosistemica con il processo decisionale e lo sviluppo economico. Secondo il Natural Capital Protocol (Protocollo sul Capitale Naturale), il capitale naturale è lo stock di risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili che si sommano per produrre un flusso di "servizi" per le persone che, a loro volta, forniscono valore alle imprese e alla società in generale.
Gli stock si riferiscono alle risorse naturali a nostra disposizione, mentre i flussi si riferiscono ai diversi benefici che le persone ricevono dagli ecosistemi, come l'impollinazione, la regolazione del clima e dell'acqua, fra gli altri. È importante notare che la biodiversità è alla base sia degli stock che dei "servizi ecosistemici" ed è fondamentale per la qualità e la stabilità del capitale naturale, in quanto fornisce resilienza a shock come inondazioni e siccità, oltre a sostenere processi fondamentali come i cicli del carbonio e dell'acqua e la formazione del suolo.
In sostanza, i termini "capitale" e "stock" sono utilizzati come metafore per descrivere il ruolo della natura all'interno della nostra economia, che costituisce la base fondamentale per i beni e i servizi di cui la nostra società beneficia.
Le nostre azioni individuali e collettive creano o degradano il capitale naturale, a seconda di come lo utilizziamo. La maggior parte delle imprese di dimensioni rilevanti ha un forte impatto e dipende in qualche misura dal capitale naturale e dalla biodiversità e quindi sono soggette a rischi e/o opportunità associati a tali impatti e/o dipendenze.
I rendimenti finanziari sono irrilevanti su un pianeta morto e le aziende sono sempre più colpite dai rischi legati al capitale naturale. Secondo il Global Risk Report 2019 del World Economic Forum, 3 dei 5 principali rischi in termini di probabilità e impatto sono di natura ambientale. Ciò dimostra come il capitale naturale sia alla base di tutti gli altri capitali e quindi le aziende devono più che mai comprendere, gestire e mitigare gli impatti e le dipendenze del loro capitale naturale nel contesto dei rischi e delle opportunità.
Il ruolo che il settore finanziario svolge nel favorire la perdita e il danneggiamento della biodiversità è sempre più evidente e la mancata gestione dei rischi per la biodiversità ha impatti diretti e tangibili sulle performance finanziarie, sui rischi di reputazione e sugli impegni a lungo termine con i risparmiatori. Alcuni studi hanno dimostrato che l'impatto economico totale dell'uragano Katrina (2005) (circa 150 miliardi di dollari) è stato significativamente superiore a quello che sarebbe stato generato se le zone umide costiere della regione fossero state preservate (UNEP, 2018).
La buona notizia è che, dove c'è un rischio, c'è un'opportunità
La buona notizia è che, dove c'è un rischio, c'è un'opportunità: valutare il capitale naturale significa valutare il rapporto delle imprese con la natura e, concentrandosi sugli impatti e sulle dipendenze, fornisce contenuti a questa interpretazione. Consentirà di informare a sua volta il modello di business, e ci sono numerosi altri modi per utilizzare queste informazioni.
Il movimento per la valorizzazione della natura sta guadagnando slancio e comincia a essere integrato negli standard contabili, negli impegni aziendali e nei provvedimenti legislativi in tutto il mondo, come dimostra la recentissima approvazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell'UE, che affronta le carenze della legislazione esistente in materia di divulgazione di informazioni non finanziarie e quindi di dipendenze ambientali e standard sociali delle imprese.
L'applicazione e l'integrazione di un approccio al capitale naturale potrebbe risultare molto tecnica - anche in rapporto alla ricca dotazione di contenuti intellettuali, strumenti e approcci già esistenti nel campo - da qui l'importanza di avere una buona comprensione del tipo di informazioni - generali e specifiche per il sito - necessarie per informare le scelte future. Tuttavia, in molti casi la valutazione del capitale naturale può essere uno sforzo dal basso verso l'alto, facilitato dall'impegno interno dei dipartimenti aziendali e guidato da esempi di realtà simili. Questo approccio può portare a cambiamenti organizzativi a sostegno di obiettivi aziendali più ampi (più sostenibili e più equi).
È importante notare che le varie parti interessate possono utilizzare questa analisi per una moltitudine di decisioni: i responsabili politici possono usarla per integrare le decisioni sulla pianificazione delle infrastrutture con la conservazione delle coste; le ONG possono usare la valutazione economica dei servizi ecosistemici per mettere a punto gli appelli per il ripristino delle zone umide, conducendo così un'azione di advocacy più mirata per l'aumento della conservazione; i finanziatori pubblici e gli investitori privati, così come le istituzioni pubbliche, possono usare questa analisi come base di due diligence per le sovvenzioni e la sperimentazione di soluzioni di finanziamento basate per esempio su strumenti payment-by-results.
Vital fa parte di questo movimento nell'arena veneziana
Vital fa parte di questo movimento nell'arena veneziana e il suo obiettivo principale è portare all'attenzione di imprenditori, amministratori pubblici e cittadini i rischi e le opportunità legati alla valorizzazione del Capitale Naturale di Venezia, promuovendo una forma di sviluppo economico più resiliente, sia dal punto di vista ambientale che sociale, e un'alternativa migliore alla "monocultura" delle industrie del turismo e dei trasporti che impattano notevolmente il capitale naturale.
Vital identifica le opportunità per il ripristino e l'espansione delle barene in laguna, considerata una soluzione basata sulla natura (nature-based solution) che supporta il business case per la resilienza ai disastri e al clima. Infatti, le soluzioni basate sulla natura possono contribuire ad aumentare/potenziare lo stock di capitale naturale e, allo stesso tempo, rispondere in modo specifico alle esigenze e alle sfide delle imprese e della società, attirando così nuove forme di investimenti, incidendo anche sul capitale economico e sociale della città, fornendo posti di lavoro che contribuiscono a preservare o ripristinare la qualità dell'ambiente.
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